Eat, un design un po’ sacro
e un po’ profano
Eat si trova all’interno di quella che era l’antica chiesa di S. Biagio a Viterbo, edificio di epoca romanica, risalente al 1127, più volte restaurato negli anni e sconsacrato nel 1927 per essere adibito a deposito per le industrie di guerra. Negli anni ’70 diventa una bottega di alimentari e concimi prima, negozio di abbigliamento poi.
La facciata rimasta integra nel tempo trasmette ancora oggi emozione al visitatore.
Sono presenti due finestrine romaniche – come dovevano essere in origine – ed i portali a timpano, sopra la porta è scolpito in uno stemma il fregio dello Spirito Santo.
Dell’interno originario non rimane nulla, solo una gradevole riproduzione, della Pentecoste realizzata dal pittore viterbese Filippo Caparozzi (1588 – 1644) ora custodita nel Palazzo Vescovile.
Oggi Eat propone in questo luogo “speciale” un design, studiato per valorizzare il concept del luogo di culto, rendendolo decisamente alla moda e innovativo: luci, colori ed elementi decorativi sono stati rivisitati e riproposti in uno stile minimalista moderno.
L’insieme acquista un carattere ricercato e accogliente, che gioca su contrasti di luci e materiali, arricchito da installazioni multimediali dall’impatto altamente scenografico.
Tutti elementi voluti per valorizzare il patrimonio storico e artistico di contorno, senza trascurare il profilo “food-entertainment” che si amalgama alla perfezione, emozionando e stupendo gli ospiti.